sabato 16 dicembre 2017

Essere di Civitanova Marche!

Immaginate di vivere a Vienna e di essere nata e cresciuta in una ridente cittadina della costa dell’Italia centrale. Immaginate che, in tutti gli anni in cui avete vissuto all’estero e vi hanno chiesto: “Da dove vieni?” alla risposta “Civitanova Marche” siano seguiti facce perplesse e sguardi dubbiosi come a dire “eh, e do’sta?” e devi spiegare che si trova nell’Italia centrale, che esiste un’Italia centrale e che la tua citta’ natale si trova a una trentina di chilometri da Ancona.
Immaginate quindi la mia sorpresa ora che tutto il mondo sa che esiste nel centro Italia la mia Civitanova. In questi giorni la trovi citata in Twitter, Instagram, Facebook, in account di utenti in tutto il mondo e anche i miei colleghi ora sanno che provengo dalla cittadina dai peni scintillanti!
Eh si’! Proprio quelli!

martedì 28 novembre 2017

La violenza non e' soltanto fisica!


Sabato scorso, 25 Novembre, e’ stata la giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Ho visto innumerevoli post su facebook, youtube, instagram, twitter. La maggior parte dei post e dei video riguardavano il tema della violenza fisica: percosse in ambito domestico o addirittura femminicidio.
Purtroppo esiste un violenza molto piu’ subdola e anche difficile da denunciare, perche’ appunto si manifesta tramite forme meno palesi, ma non meno aggressive. La manipolazione e la violenza psicologica perpetrate in maniera sistematica possono distruggere la persona  non meno delle continue percosse.
A cosa mi riferisco? Ve lo spiego subito.

martedì 21 novembre 2017

È stata una brava persona!


Il 17 Novembre alle ore 3:37 si spegne a Parma Totò Riina, capo della mafia Siciliana, condannato a 26 ergastoli, da 24 anni in regime di carcere duro 41 bis.
Impossibile non collegare il suo nome a personaggi quali Falcone (strage di Capaci) e Borsellino (strage di Via D’Amelio), al pentito Santino di Matteo e suo figlio Giuseppe di Matteo, il ragazzino di 12 anni strangolato e sciolto nell’acido per punire il pentimento del padre.
Sembra che Toto’ Rinna abbia collezionato la bellezza di almeno 200 omidici.
Veniva chiamato Il capo dei capi o addirittura “la belva” per l’efferatezza dei suoi omicidi.
Muore.
I tg Italiani non parlano d’altro.
Le testate di tutto il mondo riportano la sua foto in prima pagina.
Si ricordano i morti delle sue stragi e si rinnova il dolore dei cari delle vittime.
Eppure, nel suo paesino d’origine, a Corleone, in provincia di Palermo, alla domanda “Lei cosa pensa di Totò Riina?” c’è chi risponde:

martedì 14 novembre 2017

Vittime o puttane? A voi l’ardua sentenza!

Il tormentone dell’ultimo mese al tg è stato lo scandalo di Hollywood che ha coinvolto pezzi grossi come Weinstein, Kevin Spacey e numerose attrici fra cui l’Italiana Asia Argento. Le rivelazioni si sono succedute una dietro l’altra e addirittura il regista premio oscar Tornatore è stato accusato di aver molestato anni fa Miriana Trevisan che tutti conosciamo dai tempi di “Non è la RAI”. L’opinione pubblica si è schierata su due fronti opposti: c’è che definisce “puttane” le star che si sono concesse, chi invece le denuncia come vittime di abusi e molestie. Asia Argento in particolare ha suscitato reazioni contrastanti che vanno dagli insulti al compatimento. Da’ anche un bel pò da pensare l’espansione a macchia d’olio del fenomeno. E’ bastato che una sola donna raccontasse la propria storia perchè numerose altre facessero lo stesso lasciando ancora più sbigottita l’opinione pubblica che si chiede inevitabilmente quali episodi siano reali o frutto di fantasia. 

lunedì 6 novembre 2017

Perchè ci fu Auschwitz?

Ho sempre nutrito un forte interesse per la Shoah e, dopo aver letto innumerevoli testi sull’argomento, il 27 Ottobre scorso ho visitato il museo di Auschwitz-Birkenau in Polonia. 


L’aspetto che mi ha sempre incuriosito dei lager nazisti è il fatto che esseri umani siano stati capaci di creare una vera e propria industria dedicata allo sterminio programmatico di un altro gruppo umano. Non che di genocidi non ce ne siano mai stati, gli stessi morti della seconda guerra mondiale sono milioni, ma non credo che nel corso della storia sia mai stata creata una vera e propria macchina perfettamente organizzata per portare a termine un omicidio di massa. Le SS vedevano morire nei campi vecchi, donne e bambini senza provare angoscia, rimorso, la vivevano come una normale occupazione. Come è possibile tutto ciò? Tutti i nazisti erano pazzi? 

martedì 31 ottobre 2017

Perchè l’Austria fiorisce e l’Italia appassisce...


Vedete questa foto? E’ un campo di fiori situato nella prima periferia di Vienna dove i comuni passanti possono di propria iniziativa raccogliere fiori lasciando il dovuto pagamento nella cassa: un barattolino di ferro attaccato ad un palo (foto a sinistra).

Non esiste controllo, gli utenti potrebbero raccogliere fiori e andarsene senza lasciare soldi.  Se tutti si comportassero così probabilmente i fiori sparirebbero presto e non ci sarebbe nessun ritorno per finanziare l’iniziativa. Grazie a questo giardino è possibile cogliere dei bei fiori per un’amica o una persona malata limitando la spesa al minimo.

martedì 24 ottobre 2017

Difendetevi dai passivi aggressivi: fidatevi sempre e solo degli occhi!


Vi è mai capitato di ricevere un commento, una battuta da qualcuno che si rivolgesse a voi con il più cordiale dei modi, con il più splendente dei sorrisi, ma di sentire dentro che qualcosa non tornava, un senso di disagio, una vocina che vi diceva di scappare? 

A me è capitato tantissime volte e ho imparato che, a volte, dietro il più cordiale dei modi si nascondono tutt’altro che buone intenzioni. Questo tipo di comportamento è molto diffuso al giorno d’oggi e ha un nome: comportamento passivo-aggressivo; consiste nel non manifestare apertamente la rabbia, se non tramite velati atteggiamenti provocatori, socialmente accettabili. 

Nell’era del “politically correct”, sembra un peccato mortale esprimere apertamente rabbia o disappunto. Ciononostante rabbia, invidia e dissenso sono all’ordine del giorno e, dato che queste pulsioni non possono essere manifestate tramite i canali canonici, l’essere umano trova metodi più subdoli. Un esempio possono essere frecciatine velenose del tutto inaspettate davanti ad un audience di colleghi, scagliate con il più smagliante dei sorrisi. 

martedì 17 ottobre 2017

Proteggiamo le bambine, proteggiamo la vita!


L’11 Ottobre è stata la  giornata mondiale ONU delle bambine e delle ragazze, giornata dedicata alla difesa contro violenza e discriminazione di genere su donne di minore età. 

Ho letto diversi articoli sull’argomento e, se prima credevo che il problema fosse grave, ora mi rendo conto che il fenomeno ha proporzioni mastodontiche. A quanto pare, ogni 5 minuti nel mondo una bimba o una ragazza muore per violenza, una su quattro si sposa prima di aver compiuto 18 anni, 63 milioni di ragazze hanno subito mutilazioni genitali e 130 milioni non vanno a scuola.

La stessa Italia ha vissuto il record di numero di casi di violenza su minore nel 2016 e 6 su 10 sono perpetrati ai danni di bambine o ragazze. In Afghanistan le donne costrette a sposarsi in età precoce sono il 60-80%. Spesso muoiono perchè il corpo è troppo giovane per affrontare il parto e subiscono non di rado violenza in caso non generino figli maschi. Sebbene la situazione sia particolarmente inasprita in Afghanistan, il fenomeno delle spose bambine è diffuso in tutto il mondo (22 milioni circa) e si calcola che il 35% delle donne abbia subito una violenza sessuale e non almeno una volta nella vita. 

lunedì 9 ottobre 2017

Gli ingegneri non possono essere scrittori!


Fin da giovanissima mi sono sentita ripetere questa frase da persone che hanno conseguito titoli di studio umanistici. La formazione scientifica sembra dover essere un limite enorme per persone come me a cui piace esprimere la propria visione del mondo attraverso la scrittura. 

Oggi vorrei sfatare questo mito! Purtroppo è opinione diffusa che gli ingegneri siano degli stupidi carciofi privi di qualunque sensibilità artistica che immolano la propria vita ai numeri. Il fatto è che gli ingegneri, vi assicuro, di numeri non ne vedono molti ne durante i loro studi e nemmeno al lavoro (anzi, vi confesso che in genere gli ingegneri, non sono un granché con i numeri!). 

Quello che vedono gli ingegneri sono le formule. Voi direte: “Sì insomma quella roba lì!”.
“Quella roba lì” è un linguaggio fatto di simboli che descrive la realtà che ci circonda. C’è chi impara il tedesco, chi il russo, noi impariamo l’ingegnerese: una lingua netta, sicura, precisa, eloquente che non pregiudica assolutamente l’apprendimento delle altre. Che ci crediate o no, siamo persone con una vita sociale, sentimentale e sareste sorpresi di sapere quanta creatività c’è in un corso di studi ingegneristico. 

martedì 3 ottobre 2017

Perché gli Italiani dicono “pronto” al telefono?




Il mio collega Austriaco dall’altra parte del tavolo: “Irene, perché voi Italiani dite ‘pronto’ quando rispondete al telefono?”.Tiro su la testa, lo guardo con aria perplessa, rimugino: con questa domanda ha scatenato l’inferno. Perché per 36 anni (supponendo che abbia iniziato a rispondere al telefono a 4 anni) ho alzato la cornetta dicendo “pronto” e non “Ciao” come fanno quasi tutti gli altri popoli del mondo? 

Le possibili risposte sono due. La prima è che la cosa risalga ai tempi in cui, per mettersi in contatto con il ricevente era necessario passare attraverso la signorina del centralino che, una volta stabilita la connessione diceva “pronto” per indicare che l’interlocutore era disponibile in linea. A quanto pare il “pronto” è poi stato ereditato dagli interlocutori stessi una volta sparito il centralino. 
La seconda è che questo approccio sia stato ereditato dal retaggio militare. I primi telefoni furono  utilizzati proprio per comunicare da un punto all’altro del campo di battaglia e la prima risposta, comprensibile in un contesto bellico, era un “pronto” pronunciato con tono fermo, quasi brusco.  

Purtroppo io ai tempi non c’ero, ma penso bene di chiedere a qualcuno che ha sempre ragione (mamma ovviamente): 

“Oh ma’, ma come funzionava il telefono quando tu eri piccola?”

martedì 26 settembre 2017

Vi presento le donne troppo disinvolte...



Lo so, torno sempre sullo stesso argomento: molti diranno “ma non hai altro di cui parlare?” Sì, ci sarebbe un milione di cose belle di cui parlare (per fortuna), ma fino a quando ogni sera al TG dovrò ascoltare la notizia di uno stupro avvenuto in Italia, non mollo la presa!  

Oggi vorrei tornare sul concetto di donna “disinvolta” in giro di notte da sola (noi italiane stiamo ancora aspettando con ansia il catalogo della donna disinvolta dal Senatore D’Anna; magari con il prossimo numero di Grazia, chi lo sa...). Per chi non fosse aggiornato sul concetto di “donna disinvolta” e “indomabili istinti primordiali”, ecco il link dove informarvi su come l’Italia trovi sagaci ed innovative soluzioni di fronte all’emergenza stupri: lo trovi qui.

Rimini, 26 agosto: turista polacca violentata da 4 uomini in spiaggia di sera. Quanti di voi sono nati e cresciuti in una città/paese della costa Adriatica? Forse non tutti sanno che per noi “Adriatici”, a cui la natura ha regalato chilometri e chilometri di meravigliosa spiaggia sabbiosa, è cosa usuale trascorrere serate in spiaggia con amici o vivere qualche romantico momento serale accompagnato dal frusciare delle quiete onde notturne. È un paradosso pensare di dovere avere paura in spiaggia di sera, dato che ci siamo cresciuti. 
La turista polacca non stava facendo altro che tutto quello che noi italiani siamo abituati a fare, peraltro non era nemmeno da sola, l’unico errore è stato quello di venire in vacanza in Italia, imitare le nostre usanze facendo ciò che tutti noi avremmo fatto senza il minimo timore un mese fa. 

martedì 19 settembre 2017

La società Italiana accetta lo stupro


Questo articolo riporta le dichiarazioni del senatore D’Anna in merito alla recente emergenza stupri in Italia: 


A quanto pare il senatore afferma che, avendo l’uomo istinti primordiali, ci si può aspettare che aggredisca una donna in un contesto isolato, specialmente se vestita in maniera disinvolta (magari un giorno ci fornisce anche il catalogo della donna disinvolta così sappiamo cosa possiamo metterci e cosa no!).
Soffermiamoci un attimo sugli “istinti primordiali” che, parlando come si mangia, possiamo anche chiamare semplicemente “voglia di fare sesso”. Conosco molti uomini che hanno quelli che Lei chiama “istinti primordiali”, Senatore, eppure mai si sognerebbero di sfiorare una donna senza consenso, anche se cammina da sola di notte in periferia e vestita in maniera “disinvolta”. 

Incredibile no? 
Questa cosa così assurda succede perchè queste persone sono cresciute in famiglie dove è stato loro inculcato il rispetto per le donne, e non solo, dove sono stati trasmessi valori umani quali mai approfittare dell’inferiorità fisica di un altro essere umano, che sia donna, uomo o bambino. 

martedì 12 settembre 2017

E voi dove eravate quell’11 settembre del 2001?

11 settembre 2001: una data che ha cambiato la Storia: noi, che la storia l’abbiamo sempre studiata sui libri, all’improvviso ce la siamo trovata davanti! 
Come si reagisce quando all’improvviso, mentre si svolgono azioni della nostra piccola quotidianità, ci viene sbattuto in faccia un evento di tale portata?  

L’ho chiesto a molti. Tu dove eri? Cosa hai pensato? Che cosa hai provato? Come lo hai saputo? 
Chi era in ufficio, chi in cantiere, chi al supermercato, chi stava semplicemente scolando la pasta o passando l’aspirapolvere. Dovunque fossimo una cosa accomuna tutti i racconti: quel giorno il mondo si è fermato. Le strade silenziose, le tv accese, gli occhi sgranati. 

Io mi trovavo in biblioteca, a Civitanova Marche, stavo studiando per l’esame di Elettronica II (particolare che non ricorderei se non fosse legato a quel giorno). Ad un certo punto si sollevò un brusio in tutta la sala. 

martedì 5 settembre 2017

Nessuna donna merita questo schifo.



Di certo tutti avrete sentito del pestaggio e dello stupro avvenuti a Rimini il 26 Agosto presso la spiaggia Miramare. Un uomo è stato picchiato a sangue e la ragazza con lui picchiata e stuprata a turno da quattro uomini. 


Tristezza enorme per questa ragazza di soli 26 anni, per il suo amico che ha dovuto assistere mentre altri uomini abusavano di lei, ma ancor più tristezza per il post,  a quanto pare pubblicato su facebook dal mediatore culturale della  cooperativa  Lai-Momo di Bologna che riporta queste testuali parole:

“Lo stupro è un atto peggiore, ma solo all’inizio [..] poi la donna diventa calma e si gode come in un rapporto normale”.

Ho dovuto rileggerlo più volte e fare diversi accertamenti perché pensavo fosse una bufala! Queste parole racchiudono molto di più di un’uscita poco felice! Si parla del corpo della donna come se fosse un oggetto meccanico che, una volta attivati i giusti  ingranaggi, funziona a dovere, senza tenere in considerazione la componente decisionale ed emotiva.

In sostanza, purché la penetrazione avvenga senza dolore, alla donna non farebbe nessuna differenza se fosse Tizio, Caio o Sempronio ad avere il rapporto con  lei, anzi, non farebbe alcuna differenza nemmeno se fossero tutti e tre, uno dopo l’altro. Oltre al fatto che l’aspetto emotivo viene del  tutto tralasciato, si denota anche una totale ignoranza del funzionamento della sessualità femminile, che sappiamo tutti essere  strettamente connessa al coinvolgimento emotivo.



martedì 29 agosto 2017

E le stelle stanno a guardare...


Il titolo dell’articolo di oggi è in realtà il titolo di un noto romanzo di Cronin pubblicato nel 1935 che racconta le drammatiche vicissitudini umane sotto un cielo stellato che osserva impassibile. 
Onestamente non credo che quelle belle e splendenti gemme lassù siano particolarmente interessate a degli esserini minuscoli e pasticcioni come noi, so invece per certo che noi esseri umani nutriamo un interesse millenario per le stelle. 
Anzi, sembra essere uno dei nostri passatempi preferiti, in particolare nel periodo dell’anno appena trascorso che va dalla fine di luglio fino al 20 agosto, quando con gli amici cerchiamo posti poco illuminati per osservare le stelle e, soprattutto, per scovare qualche stella cadente.
Queste ultime ci piacciono tanto perché la  tradizione insegna che, una volta avvistata una stella cadente, si può esprimere un desiderio e, se non lo si rivela a nessuno, allora verrà esaudito.

Ma cosa sono esattamente le stelle cadenti e perché ci regalano desideri? 

martedì 22 agosto 2017

Io non ho paura



Il 18 agosto mi sveglio incazzata.  
Appena alzata trovo un messaggio di mia madre su WhatsApp: “È pericoloso vivere in una capitale europea. Torna a casa.”
Mi preparo e, come ogni giorno, camminando verso la metro ammiro la nobile bellezza di Vienna.  
Nel mentre però penso: dove? Stephansplatz? Schwedenplatz? Il Prater? 
Aspetto la metro: quale? Questa? Quella dopo? Quella prima? 

Ormai non c’è più logica, succede ovunque in Europa, con frequenza crescente e non si tratta più di aeroporti, ma di strade e luoghi che, chi vive in una capitale, frequenta abitualmente come la Rambla a Barcellona o i mercatini di Natale a Berlino.  

L’attentato ai mercatini natalizi di Berlino è avvenuto il 19 dicembre. Il 18 dicembre ero lì insieme a due mie amiche a bere vin brulé e ad ammirare l’incantevole atmosfera. Sarebbe bastato un giorno di anticipo sul piano di attacco dei terroristi e io e le mie amiche avremmo potuto essere schiacciate come le 12 persone che hanno perso la vita il giorno successivo. 

La Rambla. Ci ho camminato diverse volte. Ne ricordo una in particolare: ero con un gruppo di amiche per un addio al nubilato. La futura sposa era agghindata con il velo e noi indossavamo fasce colorate con su scritte frasi simpatiche in spagnolo. La gente si fermava a guardarci e prendeva parte alla nostra allegria. Ci sono tornata altre volte e ogni volta ho assaggiato l’immensa gioia di camminare in una strada dove la vita e l’energia ti entrano nelle ossa, non puoi non sorridere se cammini sulla Rambla perchè ti sembra di abbracciare il mondo. 
Cosa prova oggi chi cammina sulla Rambla? 

giovedì 17 agosto 2017

Quel posto chiamato “Estero”…


“All’estero c’è rispetto…”
“All’estero le strade sono pulite…”
“All’estero la gente è gentile…”
“All’estero sono tutti onesti”

Quante ne ho sentite, ragazzi!

A quanto pare esiste un bellissimo posto chiamato “Estero” (che  ancora non sono riuscita a localizzare in Google maps) dove la burocrazia non esiste, la gente è buona e simpatica, non esistono provincialismi e i politici sono santi! 

Dev’essere un posto magnifico!

Fatto sta che questo paese è un po’ come Atlantide, tutti lo nominano, ma nessuno sa dove sia e la gente che ne parla di più è proprio quella che non ci ha mai vissuto.

Il fatto è che visitare una capitale per una settimana come turista fornisce una visuale piuttosto ristretta per potersi fare un’idea di come funzionino realmente le cose. Molti italiani però (non tutti ovviamente) si fanno spesso ammaliare da una breve esperienza positiva e pensano che la vita nel posto in questione supplisca a tutte le carenze che abbiamo in Italia.

martedì 8 agosto 2017

Quei romantici pazzi che ancora scrivono a mano...



L’immagine in figura mostra la copia originale scritta da Giacomo Leopardi del sonetto “L’infinito”. Bello no? Sarebbe altrettanto romantico ed evocativo visualizzato sullo schermo di un computer, in un file word? 
  
Probabilmente sì. L’”Infinito” di Leopardi sarebbe magnifico anche scritto su pietra con simboli preistorici, ma soffermiamoci per un attimo a pensare a quella strana e lontana abitudine di scrivere a mano

L’avvento dell’era tecnologica ha portato una dilagante digitalizzazione: le macchine da scrivere sono diventati oggetti vintage, le penne dei bellissimi ed opzionali gadgets. Ve lo dice un’inguaribile nostalgica che, pur lavorando nel campo IT, ancora si ostina a portare sempre con sé un quaderno e penne colorate per prendere appunti, buttare giù liste e progetti. 
Non solo, scrivo ogni racconto con carta e penna e solo in seguito lo trascrivo su pc.  
La primissima stesura de “L’innocenza del germoglio” ha visto la luce in corsivo, scribacchiato su un’agenda inutilizzata degli anni 90. Macchie di inchiostro, correzioni, cambio di penne, alcuni tratti più leggeri, altri più pesanti: ogni pagina, a suo modo, manifesta l’intensità con cui è stata scritta, la difficoltà e l’impegno. Quando mi capita di sfogliare quell’agenda penso: “…guada che fatica per buttare giù questo pezzo”, “…come scricchiola questa pagina, dovevo essere proprio presa…”.

martedì 1 agosto 2017

No alla violenza sulle donne: ricominciamo dai bambini!

Nel luglio 2017 cinque donne sono state uccise o ridotte in fin di vita dal proprio marito o compagno. 120 donne uccise in totale nel 2016 in seguito alla reazione violenta dell’uomo di fronte al tentativo della donna di mettere fine alla relazione. 

Mi capita spesso di ascoltare commenti di persone che si chiedono basite come mai il fenomeno femminicidio stia dilagando in Italia negli ultimi anni. Quello che stupisce me, invece, non è il fatto di cronaca in sé, piuttosto la sorpresa degli italiani, come se la violenza di genere fosse improvvisamente una novità in Italia!

In realtà, la violenza sulle donne è parte integrante della nostra cultura e persiste indisturbata da secoli. Non serve andare troppo indietro, dato che il nostro stesso codice penale, fino a meno di 50 anni fa avallava leggi del tutto a sfavore della donna. Basti pensare allo ius corrigendi che autorizzava i capofamiglia a picchiare a fini correttivi i componenti del nucleo familiare. Ovvio che il concetto di “fine correttivo” fosse ampiamente opinabile e non di rado si traduceva in violenza gratuita da parte dell’uomo nei confronti dei componenti fisicamente più deboli, la moglie in primis. 
Potete immaginare cosa potesse accadere nelle case italiane poco più di mezzo secolo fa in caso di marito possessivo e geloso. 

martedì 25 luglio 2017

Non fare il gentile con me, sai?

L’ultima volta vi ho parlato degli intramontabili stereotipi femminili. Oggi vi parlo di qualcosa di meno palese, ma a volte sconcertante.


Vi siete mai accorti quanto la gentilezza riesca a fare paura e a destabilizzare? Anche il più banale atto di cortesia rende le persone che ci circondano sospettose.
Vi racconto un episodio che mi è capitato a Malta, un paio di anni fa. 
 

Mi trovo in un ufficio pubblico per sbrigare una procedura burocratica. È estate, fa caldissimo e siamo senza aria condizionata.

Per procedere devo aspettare un mio amico e nel frattempo mi munisco di numero e mi metto in coda. Purtroppo il mio amico tarda e il mio turno allo sportello si avvicina.

martedì 18 luglio 2017

Donna in ufficio = acqua, cancelleria e caffè!



Eh sì! Siamo nel 2017, ma a quanto pare certi stereotipi sono duri a morire!


Lavoro da circa due anni per una multinazionale in un settore prettamente  maschile, non a caso mi trovo spesso in riunione da sola con 20 uomini! 

Ormai non ci faccio più caso, sono nel settore tecnico fin da giovanissima e, si sa, che gli ingegneri donne sono meno rispetto agli uomini! 

Qualche giorno fa me ne stavo buona buona a lavorare in ufficio - che condivido con un collega - a scervellarmi su come far funzionare i pezzi di un progetto quando un tizio (a me sconosciuto) entra, saluta il mio collega stringendogli la mano e poi si rivolge a me frettoloso dicendo: 

“Porto con me due bottiglie d’acqua per il viaggio!” ed esce ancora prima di ricevere una risposta. Alzo la testa e lo guardo perplessa, dicendo “Ok”.

Nel mentre mi ronzano nella testa feroci riflessioni quali: 

ma a me che mi frega se ti prendi  l’acqua, scusa? 

...beh, puoi prendere anche tutta la carta igienica in ufficio per quel che mi riguarda… 

...ma soprattutto perchè vieni a dirlo proprio a me? 

martedì 11 luglio 2017

Paolo se ne va, ma Ugo resta!


Paolo Villaggio, noto scrittore e attore italiano, ci ha lasciato lo scorso 3 luglio. 
In molti conoscono il nome di Paolo Villaggio, ma sono certa che non ci sia anima viva in Italia che non sappia chi sia Ugo Fantozzi, personaggio da lui creato e interpretato. 

È probabile che anche chi non ha mai visto il film, citi involontariamente una delle sue battute o si riferisca a una scena nella vita quotidiana. Ugo Fantozzi infatti è entrato nelle case degli italiani, nel cervello degli italiani, tanto che spesso ci troviamo a dire “come è umano lei…, “Merdaccia!”, “… per i conti zio antonello!”, “tu mancia!”, “oggi ho con me la nuvoletta di Fantozzi!” senza nemmeno ricordare il contesto esatto del film. 

Del resto, quale italiano almeno una volta nella vita non si è sentito un po' Fantozzi?

martedì 4 luglio 2017

Diamo agli uomini il diritto di piangere

Emma Watson, la streghetta Hermione di Harry Potter sembra averne fatta di strada!
Infatti è stata nominata nientemeno che ambasciatrice per la campagna di solidarietà HeForShe, creata dall’ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere.
Giovedì scorso ho condiviso nella mia stanza il video del discorso di Emma Watson alle Nazioni Unite. Forse non avete trovato il tempo per ascoltarlo tutto e mi piacerebbe evidenziare alcuni aspetti che mi hanno fatto sentire molto vicina alla nostra Hermione.

Troppo spesso la parola “femminista” è per gli uomini sinonimo di una donna che vuole imporre la propria volontà e che vorrebbe un mondo comandato da donne.
Come la stessa Emma sottolinea, questo è un gran fraintendimento, perché essere femminista non vuol dire fare la prepotente o – passatemi il termine – la “rompicoglioni”: significa soltanto battersi per ottenere parità di diritti.

E anche qui molti uomini diranno: “Ma che volete ancora, che ormai fate quello che vi pare?” 

martedì 27 giugno 2017

Cosa si faceva alla fermata della metro?

Qualche giorno fa, a una fermata della metro a Vienna, mi sono guardata intorno e mi sono accorta che non c'era una singola persona che non avesse il proprio smartphone in mano (me compresa!). Voi direte: “Te ne sei accorta presto!”

No, beh, lo sapevo da un pezzo e non voglio fare la solita polemica “su quanto la vita fosse più bella quando non c’erano gli smartphone e la gente si parlava” anche perché sarei un pessimo esempio, dato che tengo in piedi la maggior parte delle mie relazioni tramite i social!

Mi sono soltanto chiesta: “Ma prima degli smartphone, che cavolo facevamo quando aspettavamo la metro, il tram, o il bus?”

Sì, c’erano i cellulari, ma non impiegavamo così tanto tempo per un SMS o una chiamata: con quello che costavano poi: Pensavamo? Chiacchieravamo? Leggevamo?

martedì 20 giugno 2017

Un pericoloso Black Out

I medici parlano di “black out” dovuto a stress e mancanza di sonno.
Quello che i telegiornali ci raccontano sono casi di piccoli morti in auto. Come Tatiana, di 18 mesi, che il 7 giugno, ad Arezzo, la mamma Ilaria Naldini ha lasciato in auto sotto il sole cocente. Se n'è accorta solo due ore dopo, quando per Ilaria non c'era più nulla da fare. O come il figlioletto di Andrea Albanese, che nel giugno 2013 venne dimenticato in auto per 9 ore. Entrambi i genitori erano però sicuri di aver accompagnato i figli all'asilo.

Non mi sento di proferire parole di fronte a una tragedia simile, credo di non essere nemmeno lontanamente in grado di immaginare né la sofferenza dei piccoli nelle ore di agonia al caldo, né il dolore straziante dei genitori che, oltre ad avere perso i loro bambini, vivranno con un lacerante senso di colpa per tutta la vita.
 
Ciò che mi ha lasciato allibita sono stati i commenti in cui sono incappata in rete.
 
Commenti pesanti, giudizi, condanne, insulti verso i genitori che qualcuno ha addirittura chiamato “assassini”.
Non ho potuto fare a meno di chiedermi da dove possa venire tanto accanimento e, soprattutto, tanto “giudizio”, come se si fosse certi al 100% che una cosa del genere possa capitare soltanto agli altri.
Di fronte alla morte di un bimbo, specialmente dovuta a una fatalità simile, ritengo opportuno soltanto un rispettoso silenzio.

martedì 13 giugno 2017

Italiano vero


Dopo  un  infinito  pellegrinaggio  fra  Italia  e Europa,  mi  ritrovo  nel  2015  a  lavorare a Vienna,  la  signorile  capitale  Austriaca. Assunta  da  una  multinazionale  mi relaziono quotidianamente  con  persone  di tutto  il  mondo,  ma  di  italiani  all'inizio  non se  ne vedono. 

Mannaggia, penso  fra  me  e  menon pretendo  marchigiani,  ma  almeno  un italiano con cui sparare qualche cavolata nella mia madre lingua! Rassegnata mi immergo nel tran tran lavorativo e un bel giorno scopro che questi rari esseri,  gli Italiani,  sono  presenti  in  azienda,  ma  nelle sedi  di  altri  paesi  e  presto  mi trovo ad avere una riunione con uno di loro

Oh  che  bello!
Penso  prima  di  accedere  a skype: Finalmente  du'  chiacchiere  come  si deve!
Dopo l'esordio di presentazione chiedo innocentemente  ... e tu di dove sei?
Risposta: Ma sai, io non sono più Italiano...
Ah... e da quanto tempo sei via?
Eh... 3 anni ormai...

Cioè, fammi un attimo capire...  a occhio e croce avrai 32 anni, quindi, facendo una botta  di conti, hai  vissuto  all'estero  sì e  no  il  10%  della  tua  vita... e... non  sei  più Italiano? 
La  conversazione  prosegue  su  toni lavorativi  in  un  perfetto  accetto  romanaccio che dimostra la totale estraneità dal Bel Paese ovviamente. 

Dopo qualche tempo me ne capita un altro. Non contenta del primo misero tentativo di approccio fra connazionali esordisco di nuovo con: Di dove sei?
Ma sai... io ormai non sono più Italiano...
Ma che è, una moda?
Sono via da 7 anni ormai...