martedì 5 settembre 2017

Nessuna donna merita questo schifo.



Di certo tutti avrete sentito del pestaggio e dello stupro avvenuti a Rimini il 26 Agosto presso la spiaggia Miramare. Un uomo è stato picchiato a sangue e la ragazza con lui picchiata e stuprata a turno da quattro uomini. 


Tristezza enorme per questa ragazza di soli 26 anni, per il suo amico che ha dovuto assistere mentre altri uomini abusavano di lei, ma ancor più tristezza per il post,  a quanto pare pubblicato su facebook dal mediatore culturale della  cooperativa  Lai-Momo di Bologna che riporta queste testuali parole:

“Lo stupro è un atto peggiore, ma solo all’inizio [..] poi la donna diventa calma e si gode come in un rapporto normale”.

Ho dovuto rileggerlo più volte e fare diversi accertamenti perché pensavo fosse una bufala! Queste parole racchiudono molto di più di un’uscita poco felice! Si parla del corpo della donna come se fosse un oggetto meccanico che, una volta attivati i giusti  ingranaggi, funziona a dovere, senza tenere in considerazione la componente decisionale ed emotiva.

In sostanza, purché la penetrazione avvenga senza dolore, alla donna non farebbe nessuna differenza se fosse Tizio, Caio o Sempronio ad avere il rapporto con  lei, anzi, non farebbe alcuna differenza nemmeno se fossero tutti e tre, uno dopo l’altro. Oltre al fatto che l’aspetto emotivo viene del  tutto tralasciato, si denota anche una totale ignoranza del funzionamento della sessualità femminile, che sappiamo tutti essere  strettamente connessa al coinvolgimento emotivo.



Le risposte fisiche della donna fra cui il "rilassamento” (come lo chiama il  nostro “mediatore  culturale”) avvengono soltanto previa volontà di partecipazione della donna al rapporto. Purtroppo questa concezione della donna e del suo apparato genitale accompagnano la cultura di molti Paesi, tanto che, in alcuni, il piacere sessuale femminile viene negato, la femminilità recisa (nel vero senso della parola) tramite l’amputazione di parte dell’apparato genitale e ciò che resta  viene utilizzato  soltanto per la riproduzione.

Evidentemente chi ha scritto questo post non si discosta da tale modo di sentire. Ho trascorso mesi a scrivere un romanzo che tratta l’argomento dello stupro in Italia, che  rivanga vicissitudini storiche e culturali, e, sebbene durante le mie ricerche sia venuta a conoscenza di situazioni tristi e paradossali che hanno segnato la nostra Storia, al contempo sono anche compiaciuta dei traguardi raggiunti in Italia nel campo dei diritti femminili: abrogazione della legge del matrimonio riparatore e del delitto d’onore, diritto al divorzio, diritto all’aborto, diritto alla contraccezione.

E poi?... e poi nel 2017 guarda cosa spunta fuori da un MEDIATORE CULTURALE!

Voi mi direte: “Va beh dai, è un coglione... nessuno la pensa così…” Beh, che vi devo dire, a me ne basta uno per sentirmi davvero sconfitta come donna e come persona e mi  vergogno del fatto che nel mio Paese, dove le donne hanno storicamente  avuto un  ruolo  cruciale nell’evoluzione economica e culturale, una persona con una simile considerazione del genere femminile possa essere incaricata di rivestire un ruolo di questo tipo!

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