martedì 27 giugno 2017

Cosa si faceva alla fermata della metro?

Qualche giorno fa, a una fermata della metro a Vienna, mi sono guardata intorno e mi sono accorta che non c'era una singola persona che non avesse il proprio smartphone in mano (me compresa!). Voi direte: “Te ne sei accorta presto!”

No, beh, lo sapevo da un pezzo e non voglio fare la solita polemica “su quanto la vita fosse più bella quando non c’erano gli smartphone e la gente si parlava” anche perché sarei un pessimo esempio, dato che tengo in piedi la maggior parte delle mie relazioni tramite i social!

Mi sono soltanto chiesta: “Ma prima degli smartphone, che cavolo facevamo quando aspettavamo la metro, il tram, o il bus?”

Sì, c’erano i cellulari, ma non impiegavamo così tanto tempo per un SMS o una chiamata: con quello che costavano poi: Pensavamo? Chiacchieravamo? Leggevamo?

martedì 20 giugno 2017

Un pericoloso Black Out

I medici parlano di “black out” dovuto a stress e mancanza di sonno.
Quello che i telegiornali ci raccontano sono casi di piccoli morti in auto. Come Tatiana, di 18 mesi, che il 7 giugno, ad Arezzo, la mamma Ilaria Naldini ha lasciato in auto sotto il sole cocente. Se n'è accorta solo due ore dopo, quando per Ilaria non c'era più nulla da fare. O come il figlioletto di Andrea Albanese, che nel giugno 2013 venne dimenticato in auto per 9 ore. Entrambi i genitori erano però sicuri di aver accompagnato i figli all'asilo.

Non mi sento di proferire parole di fronte a una tragedia simile, credo di non essere nemmeno lontanamente in grado di immaginare né la sofferenza dei piccoli nelle ore di agonia al caldo, né il dolore straziante dei genitori che, oltre ad avere perso i loro bambini, vivranno con un lacerante senso di colpa per tutta la vita.
 
Ciò che mi ha lasciato allibita sono stati i commenti in cui sono incappata in rete.
 
Commenti pesanti, giudizi, condanne, insulti verso i genitori che qualcuno ha addirittura chiamato “assassini”.
Non ho potuto fare a meno di chiedermi da dove possa venire tanto accanimento e, soprattutto, tanto “giudizio”, come se si fosse certi al 100% che una cosa del genere possa capitare soltanto agli altri.
Di fronte alla morte di un bimbo, specialmente dovuta a una fatalità simile, ritengo opportuno soltanto un rispettoso silenzio.

martedì 13 giugno 2017

Italiano vero


Dopo  un  infinito  pellegrinaggio  fra  Italia  e Europa,  mi  ritrovo  nel  2015  a  lavorare a Vienna,  la  signorile  capitale  Austriaca. Assunta  da  una  multinazionale  mi relaziono quotidianamente  con  persone  di tutto  il  mondo,  ma  di  italiani  all'inizio  non se  ne vedono. 

Mannaggia, penso  fra  me  e  menon pretendo  marchigiani,  ma  almeno  un italiano con cui sparare qualche cavolata nella mia madre lingua! Rassegnata mi immergo nel tran tran lavorativo e un bel giorno scopro che questi rari esseri,  gli Italiani,  sono  presenti  in  azienda,  ma  nelle sedi  di  altri  paesi  e  presto  mi trovo ad avere una riunione con uno di loro

Oh  che  bello!
Penso  prima  di  accedere  a skype: Finalmente  du'  chiacchiere  come  si deve!
Dopo l'esordio di presentazione chiedo innocentemente  ... e tu di dove sei?
Risposta: Ma sai, io non sono più Italiano...
Ah... e da quanto tempo sei via?
Eh... 3 anni ormai...

Cioè, fammi un attimo capire...  a occhio e croce avrai 32 anni, quindi, facendo una botta  di conti, hai  vissuto  all'estero  sì e  no  il  10%  della  tua  vita... e... non  sei  più Italiano? 
La  conversazione  prosegue  su  toni lavorativi  in  un  perfetto  accetto  romanaccio che dimostra la totale estraneità dal Bel Paese ovviamente. 

Dopo qualche tempo me ne capita un altro. Non contenta del primo misero tentativo di approccio fra connazionali esordisco di nuovo con: Di dove sei?
Ma sai... io ormai non sono più Italiano...
Ma che è, una moda?
Sono via da 7 anni ormai...

martedì 6 giugno 2017

Strega o angelo?



Qualche giorno fa una mia amica facebookiana ha pubblicato questa foto che riporta sottolineate  le  parole  pronunciate  da  Dario  Fo  in  occasione  del funerale  di Franca Rame,   donna   con   cui   ha   condiviso   una   relazione   durata   ben  60   anni fra allontanamenti,  scappatelle,  sfuriate  e  riavvicinamenti.  Il  rapporto  fra  Dario  Fo  e la Rame ha visto una fittissima e prolifica collaborazione lavorativa  e luno a fianco dellaltra nella militanza politica. 

La risposta Facebook al post non ha tardato. Ci sono stati diversi like, non troppi, ma anche dissensi   sul   concetto   di   dominio   della   donna   sulluomo  (effettivamente preferisco  il tenere  testa” piuttosto  che  il dominare).  

Non  contenta  ho  chiesto  a qualche mio amico:  Ma tu che ne pensi di una donna intelligente?Tu che ne pensi di una donna che guadagna più di te? e ho anche spulciato un po' in rete le statistiche. 

Ne  è saltato  fuori  che  gli  uomini  stimano  le  donne  dal  cervello brillante,  che siano donne in carriera, artiste, creative. Sono figure estremamente affascinanti, stimolanti, dalla sensualità  travolgente,  donne  per  cui  si  perde  la  testa,  di  cui  ci  si  innamora senza ritorno MA... mai da prendere in considerazione per una relazione seria o per mettere su famiglia

Perchè