martedì 24 ottobre 2017

Difendetevi dai passivi aggressivi: fidatevi sempre e solo degli occhi!


Vi è mai capitato di ricevere un commento, una battuta da qualcuno che si rivolgesse a voi con il più cordiale dei modi, con il più splendente dei sorrisi, ma di sentire dentro che qualcosa non tornava, un senso di disagio, una vocina che vi diceva di scappare? 

A me è capitato tantissime volte e ho imparato che, a volte, dietro il più cordiale dei modi si nascondono tutt’altro che buone intenzioni. Questo tipo di comportamento è molto diffuso al giorno d’oggi e ha un nome: comportamento passivo-aggressivo; consiste nel non manifestare apertamente la rabbia, se non tramite velati atteggiamenti provocatori, socialmente accettabili. 

Nell’era del “politically correct”, sembra un peccato mortale esprimere apertamente rabbia o disappunto. Ciononostante rabbia, invidia e dissenso sono all’ordine del giorno e, dato che queste pulsioni non possono essere manifestate tramite i canali canonici, l’essere umano trova metodi più subdoli. Un esempio possono essere frecciatine velenose del tutto inaspettate davanti ad un audience di colleghi, scagliate con il più smagliante dei sorrisi. 

Uno stratagemma spesso utilizzato dai passivi aggressivi è proprio quello di provocare la vittima fino a portarla a perdere le staffe per poi accusare la vittima stessa di non essere in grado di comportarsi civilmente. Salvo casi rari, il biasimo generale si abbatte sulla vittima. 
Negli ultimi anni e nei contesti lavorativi dove ho lavorato (italiani e non) ho notato che il  comportamento passivo-aggressivo è all’ordine del giorno e sembra aver preso piede anche nelle relazioni interpersonali, sempre perchè “la rabbia” è un sentimento messo al bando. 

Mi chiedo se la società odierna non stia chiedendo troppo al povero essere umano che, per quanto animale evoluto, è soggetto per natura anche a sentimenti non necessariamente eticamente impeccabili. Non sarebbe salutare dirsi in faccia ciò che si pensa, tirare qualche sano strillone (ovviamente senza mai arrivare a situazione estreme) e godere poi della quiete dopo la tempesta? Sembra che la società sia destinata a muoversi da un estremo all’altro: da un lato ascoltiamo ogni giorno notizie di efferati atti di violenza, dall’altro comportamenti pressochè socialmente perfetti che nascondono scopi subdoli atti a minare l’autostima dell’individuo. Comportamenti che spesso vengono utilizzati come importanti strumenti di mobbing e che possono portare il soggetto che li subisce in maniera continuativa all’esaurimento nervoso. L’unica difesa nei confronti dell’atteggiamento passivo-aggressivo è l’indifferenza, comunque difficile in caso di provocazioni perpetrate nel tempo. 

Dal mio canto, dopo essere incappata in comportamenti passivo-aggressivi numerose volte durante la mia carriera e purtroppo anche nella vita personale, ho imparato a dare retta alla pancia. Un sorriso, una stretta di mano,  un complimento, una promessa... sentite che effetto vi fanno nel corpo, sentite lo stomaco, la pelle, il sangue e capirete subito se c'è rabbia celata dietro atteggiamenti così cordiali. 


Soprattutto guardate gli occhi! Non vi fidate mai del sorriso di una bocca, fidatevi sempre e solo del sorriso degli occhi! 

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