Sabato scorso, 25 Novembre, e’ stata la giornata
internazionale contro la violenza sulle donne.
Ho visto innumerevoli post su facebook, youtube,
instagram, twitter. La maggior parte dei post e dei video riguardavano il tema
della violenza fisica: percosse in ambito domestico o addirittura femminicidio.
Purtroppo esiste un violenza molto piu’ subdola e
anche difficile da denunciare, perche’ appunto si manifesta tramite forme meno
palesi, ma non meno aggressive. La manipolazione e la violenza psicologica
perpetrate in maniera sistematica possono distruggere la persona non meno delle continue percosse.
A cosa mi riferisco? Ve lo spiego subito.
Io faccio parte di una generazione che piano piano
sta lasciando posto ad una piu’ giovane e speriamo di mentalita’ piu’ aperta
rispetto a quella passata. Purtroppo mi e’ capitato di vedere coetanee a me
care spegnersi totalmente annientate dai propri compagni con cui hanno vissuto
una vita fatta di privazioni e sopraffazioni.
Tutto inizia nel modo canonico: i due si conoscono,
si piacciono, si “mettono insieme” e iniziano una relazione. La donna e’
giovanissima, diciamo sotto i vent’anni, quindi estremamente malleabile.
Iniziano regali e fiori, tanti regali e fiori, ma
nel contempo iniziano anche i piccoli ricatti del tipo
“ma ci devi proprio andare a fare l’universita’? Che
ci vai a fare? A che ti serve?”
Magari la ragazza, spinta dai genitori, ci va lo
stesso, ma questo costa musi lunghi e pianti a non finire.
Si parte per l’universita’ a patto che non si
seguano troppe lezioni, si torni tutti i fine settimana, non si faccia amicizia
con nessuno nel contesto universitario, non si esca la sera e non si accetti
mai e poi mai un passaggio per il ritorno a casa da parte di amici, che
comunque non dovrebbero esistere.
I pochi amici che restano alla ragazza sono quelli
delle scuole superiori ma anche quelli non vanno frequentati perche’ i ragazzi
ci provano e le ragazze sono solo troie: “Vuoi farti vedere in giro con quelle
troie?”
Arriva il momento di prendere la patente, ma che ci
fa una donna della patente?
“Ma a che ti serve la patente, ti accompagno io dove
vuoi! E non salire in auto con altre donne alla guida che sono pericolose!”
A questo punto la ragazza non ci capisce piu’ molto
perche’, insomma, vede che il mondo va in una direzione, ma lei si trova fuori
da tutto cio’ che la circonda e che dovrebbe interessare ragazze della sua
eta’. Vorrebbe chiedere un consiglio alla propria famiglia, ma a lui la
famiglia di lei non piace perche’ “pensano solo a studiare che non serve a
niente e poi non ti vogliono bene, perche’, ricordati, solo io ti voglio bene! “.
Nel contempo continuano fiori e regalini che sempre
piu’ spesso sono vestiti e, anno dopo anno, la ragazza non ha piu’ nell’armadio
un capo comprato di sua spontanea volonta’, scelto di suo gusto. A volte ci
prova a comprarsi qualcosa che le piaccia ma puntualmente arriva il commento:
“Sei vestita come una troia, vatti a cambiare!”.
A volte la ragazza, che ormai non parla piu’ con
nessuno pensa che forse e’ davvero una troia, che magari non le serve fare
l’universita’, che la patente non e’ mica cosi’ necessaria ad una donna e le sue amiche, si’, sono proprio troie,
guarda come si vestono!
Ovviamente i chili in piu’ non sono concessi perche’
l’unica taglia ammessa e’ la 38. Del resto chi compra i vestiti decide la
taglia!
Pero’ badate bene, tutto e’ regalo: i vestiti
obbligati sono regali, i passaggi in macchina sono regali, i fiori ci sono
sempre perche’ il male arriva spesso ben mascherato!
Arriva poi l’eta’ in cui si dovrebbe lavorare, ma
ogni lavoro non va bene, ogni posto di lavoro e’ pieno di porci: "se vai li' ci provano tutti con te! Vuoi farmi stare male? Su dai, a che ti serve lavorare?”
Non vado oltre perche’ credo il messaggio sia
chiaro. Purtroppo, molto spesso, la violenza dell’uomo sulla donna viene
accompagnata da atteggiamenti affettuosi che nascondono una ferocia inaudita.
Cosa credete che possa succedere ad una donna che
subisce questo lavaggio del cervello per anni? Che viene allontanata dalla
famiglia, dagli amici, da tutti gli ambienti sociali? A cui ogni giorno viene
detto “Tu senza di me non esisti!”? Ad una donna che viene messa nella
condizione di dipendere in tutto e per tutto dal proprio compagno, catapultata
nell’insicurezza totale, impaurita dall’ombra di se stessa?
Voi direte che una donna in una condizione simile
dovrebbe reagire ed andarsene. Certo, ma la reazione in genere avviene grazie
al confronto con persone che vivono diversamente; se il confronto non e’
possibile perche’ e’ tacitamente proibito qualsiasi contatto umano aldila’ del
proprio compagno, come si fa a capire che la situazione che si sta vivendo e’
anormale?
Perche’ ho scritto questo articolo.
Per dirvi ragazze di non badare a cio’ che luccica.
Quando scegliete un uomo siate certe che vi sostenga davvero nelle vostre
iniziative e nei vostri progetti. Che sia capace di rinunciare alla vostra
presenza costante pur di vedervi felici e realizzate. Che sia capace di
ammirare in voi una persona con delle capacita’, con delle aspettative per il
futuro, con dei sogni, con una vita davanti e che accetti il fatto che un
giorno potreste scegliere di non vivere quella vita con lui.
Non credete a chi dice di amarvi facendovi terra
bruciata intorno, a chi vi mette sotto una campana di vetro, chi vi controlla
in maniera ossessiva, chi vi dice come camminare, come pettinarvi, come
vestirvi, chi vi obbliga a non parlare con altre persone, chi vi allontana
dalla vostra stessa famiglia.
Fregatevene se vengono con il mazzo di fiori!
Il principe azzurro non e’ quello della cena fuori e
del regalo, e’ quello che crede in voi ed e’ felice per ogni vostro successo soprattutto
per i successi che siete in grado di ottenere da sole.
Le gabbie dorate sono belle ragazze, ma sono solo gabbie!
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