martedì 16 maggio 2017

Mamma+padre+figlio = famiglia?


Questa è la foto di una famiglia italiana prima della guerra.
Sono tanti eh? Ai tempi, quando si parlava di famiglia, si tiravano in ballo nonni, nonne, zie, nuore, cognati, nipoti che vivevano non di rado tutti insieme sotto lo stesso tetto. Nelle campagne erano numerose le coppie che avevano fino a 15 figli!
Con l’introduzione dei metodi contraccettivi durante gli anni del boom economico, il numero dei figli si è ridotto drasticamente e il nucleo familiare vede sempre più di rado nonni, zii o fratelli condividere la stessa dimora.
Fino a una decina di anni fa, il modello più verosimile era quello composto da mamma, papà e un paio di marmocchi.
Il 15 maggio è stata la giornata internazionale della famiglia, ma è innegabile che oggi come oggi il concetto di famiglia risulti piuttosto controverso.
Quando festeggiamo la famiglia, cos’è che festeggiamo esattamente?


L’argomento ha suscitato recentemente grande scalpore in Italia mettendo in contrasto i tradizionalisti con i politically correct. Eh sì, perché i possibili e probabili modelli di famiglia attuali includono anche combinazioni quali papà+papà+bimbo o mamma+mamma+bimbo. E non solo. Sono numerosi i single, che, desiderosi di procreare e un po’ avanti con l’età, si mettono in contatto con persone con lo stesso desiderio e attuano il cosiddetto co-parenting, creando un nucleo familiare per il bimbo che non ha origine da un rapporto di amore, ma dalla decisione di intraprendere una vera e propria collaborazione.
Se parlassi di una cosa del genere ai miei genitori, mi guarderebbero come se fossi posseduta dal demonio, ma è un dato di fatto che la famiglia sia da sempre lo specchio del cambiamento sociale e che anche oggi, in un momento così controverso, sia il primo output di una profonda modifica in atto.

Del resto, la stessa famiglia tradizionale manifesta punti di cedimento, consapevoli del fatto che in Italia divorzia una coppia su due e che tresche e tradimenti sono all’ordine del giorno. Spesso i figli passano più tempo con baby sitter che con le proprie madri e l’affetto dei bambini acquista direzioni e forme differenti.
Essendo figlia degli anni ’70 è normale per me pensare alla famiglia come composta da padre, madre e figli, ma mi rendo conto che la “normalità” è un concetto assai relativo e si delinea più in base a ciò che siamo abituati a vedere piuttosto che a realtà oggettive. L’unica certezza che rimane è che la famiglia, comunque composta, debba essere un luogo che assicuri sempre protezione, amore, affetto e certezze.

Non lo pensate anche voi? Scrivetelo nei commenti.

Nessun commento:

Posta un commento

Cosa ne pensi di questo intervento?